Manganaro, Andrea2024-07-222024-07-222023-05-22Italianistica Debreceniensis, V. 28 (2022) , 60-721219-5391https://hdl.handle.net/2437/376216Giovanni Verga’s short story Libertà has often been read as a historical source, and its alleged alterations of the historical events of 1860, the bloody revolt in the town of Bronte, on Mount Etna, and the repression carried out by Garibaldi’s troops led by Nino Bixio (the ‘facts of Bronte’) have been noted, even sharply, with the authority of Leonardo Sciascia. We propose here an interpretation of this short story as a literary “monument”, and not as a “document”, noting the immanent tension towards a “truth content” to which Verga’s realism aspires, with its narrative proxy, the renunciation of authorial judgement, the multiplicity of points of view, the friction that derives from their juxtaposition in the narrative also with respect to the perspectives of the readers, who are necessarily called upon to assume responsibility.La novella Libertà di Giovanni Verga è stata spesso letta come fonte storica, e ne sono state notate, anche acutamente, con l'autorevolezza di Leonardo Sciascia, le presunte alterazioni degli eventi storici del 1860, la sanguinosa rivolta nel paese di Bronte, sull'Etna, e la repressione operata dai garibaldini guidati da Nino Bixio (i "fatti di Bronte"). Si propone qui una interpretazione della novella come "monumento" letterario, e non come "documento", rilevandone la tensione immanente verso un "contenuto di verità" a cui aspira il realismo verghiano, con la sua delega narrativa, la rinuncia al giudizio autoriale, la molteplicità di punti di vista, l'attrito che ne deriva dal loro accostamento nella narrazione anche rispetto alle prospettive dei lettori, chiamati necessariamente ad una assunzione di responsabilità.application/pdfVergaRisorgimentoLibertàBronterealismVergaRisorgimentoBrontemonumentorealismofolyóiratcikkOpen AccessItalianistica Debreceniensis28Ital. Debr.2677-1225