La Sicilia prima e dopo il „no”
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Negli anni 1950 e 1960, la Sicilia si trovava in un momento di stallo tra tradizione e modernità, influenzata da una mentalità patriarcale molto radicata. In questo contesto, le donne erano frequentemente viste come proprietà, con diritti e libertà limitati, costrette a vivere sotto il peso di norme sociali che soffocavano la loro indipendenza. In questo scenario di incertezze e contraddizioni, Franca Viola si è affermata come una figura simbolica di liberazione, sfidando coraggiosamente le regole sociali e rifiutando il matrimonio riparatore. Le sue parole: “Io non sono proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto” , hanno rappresentato il grido di libertà e rispetto che animava le donne del suo tempo. Questa tesi esaminerà la situazione delle donne siciliane negli anni 1950 e 1960, sottolineando la loro discriminazione legale e sociale. In particolare, esaminerà il caso di Franca Viola, il suo coraggio nel fronteggiare un sistema che voleva costringerla a un ruolo passivo e subordinato, e come lo scandalo del suo matrimonio riparatore abbia portato a un cambiamento significativo, non solo nella sua vita, ma anche nell'immaginario collettivo di molte altre donne.