«In piedi, guardando dal finestrino». Memoria, parola, corpo nell’immaginario ferroviario di Leonardo Sciascia
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A disruptive and recurring image in Italian novels and novellas, starting from the mid-nineteenth century, the train assumes, in the work of Leonardo Sciascia, a peculiar function, not simply thematic. Linked to the indelible memory of the first journey of his childhood, the train soon becomes, for the writer from Racalmuto, a topos to resort to for the representation of some of the literary motifs dearest to him: the exercise of memory, the power of the word, the joy of bodies. Through the textual findings considered most significant, the contribution intends to offer a representative exemplification of the arguments proposed.
Immagine dirompente e ricorrente nel romanzo e nella novellistica italiani, a partire da metà Ottocento, il treno assume, nell’opera di Leonardo Sciascia, una funzione peculiare, non esclusivamente tematica. Legato al ricordo indelebile del primo viaggio della sua infanzia, il treno diventa presto, per lo scrittore di Racalmuto, un topos a cui fare ricorso per la rappresentazione di alcuni dei motivi letterari a lui più cari: l’esercizio della memoria, il potere della parola, la gioia dei corpi. Attraverso i riscontri testuali ritenuti più significativi, il contributo intende offrire una rappresentativa esemplificazione delle argomentazioni proposte.