Lo spazio urbano in Italia fra modernità e modernismo
dc.contributor.advisor | Száraz, Orsolya | |
dc.contributor.author | D'Arrigo, Patrizia | |
dc.contributor.department | Irodalom- és Kultúratudományok Doktori Iskola | hu |
dc.contributor.submitterdep | Debreceni Egyetem::Bölcsészettudományi Kar::Olasz Tanszék | |
dc.date.accessioned | 2023-03-16T19:34:16Z | |
dc.date.available | 2023-03-16T19:34:16Z | |
dc.date.created | 2022 | |
dc.date.defended | 2023-05-05 | |
dc.description.abstract | Abstract Nella mia tesi mi occupo della rappresentazione dello spazio urbano nei testi brevi di Giovanni Verga e di Luigi Pirandello, scritti fra 1880 e il 1936. Nell’analisi dei testi mi concentro sul modo in cui è rappresentato lo spazio e sulla valenza semantica della rappresentazione. La scelta dell’argomento nasce dall’esigenza di comprendere se la rappresentazione dello spazio urbano, nonostante il ritardo italiano nello sviluppo urbanistico e industriale rispetto agli altri paesi europei, sia rilevante in letteratura anche nel periodo fra modernità e modernismo e nei due autori italiani più importanti di questo periodo. Gli studi sullo spazio urbano nella letteratura italiana riguardano precipuamente il periodo dal secondo dopoguerra a oggi, quando il legame fra metropoli e narrazione letteraria diventa molto forte. Ho sentito quindi l’esigenza di approfondire questo aspetto, partendo dal presupposto che nei testi dei due autori è comunque presente la città e che questa città non assomiglia più alla città di tipo manzoniano, ma assume già i tratti della città moderna, segnata dalla presenza dell’industria e dai cambiamenti sociali e urbanistici del secondo Ottocento. Il mio metodo è di tipo storico letterario, poiché guarda molto alla contestualizzazione degli autori nella loro epoca e dei testi nell’opera dell’autore. Tuttavia ho tratto importantissimi e decisivi spunti metodologici dagli studi sullo spazio e dalla recente geocritica. Nell’introduzione della tesi provo a ragionare criticamente sugli spunti teorici offerti da diversi studiosi che hanno ragionato sullo spazio, tenendo presente che è possibile sostenere che non esiste un metodo di analisi dello spazio semplice e facilmente ripetibile come per il tempo. Nel capitolo II delineo specificatamente lo sviluppo urbano di Milano e di Roma nel periodo in cui i due autori vissero nelle città, per comprendere quali siano stati i cambiamenti urbanistici più evidenti. Nel capitolo III chiarisco il rapporto fra Verga e Milano. Espongo, quindi, le modalità del suo passaggio al verismo e del suo approccio alla scrittura di novelle, il cui incremento nel quadro della produzione italiana è legato all’editoria milanese. Il focus del capitolo è l’analisi delle novelle della raccolta Per le vie ambientata a Milano. Dall’analisi del macrotesto individuo una struttura per cerchi concentrici nell’organizzazione interna delle novelle, che richiama la mappa circolare di Milano. Dall’analisi dei singoli testi evidenzio una serie di oggetti che spazializzano la modernità urbana: carri da trasporto, treni, scarpe, mani, finestre, lettere e, soprattutto, i corpi dei personaggi. Ognuno di questi oggetti ha una forte valenza semantica in relazione allo spazio urbano, al personaggio e alla storia narrata. Interpreto anche la funzione dei molti toponimi all’interno della raccolta. Il capitolo IV crea un raccordo fra Verga e Pirandello, mostrando il passaggio al realismo modernista, nel quale la novella si riconferma un genere forte. Delineo, inoltre, il rapporto che Pirandello instaura con Verga, la cui opera è presa a modello per la struttura narrativa e per l’assenza di retorica, con una chiara contrapposizione al dannunzianesimo. Nel capitolo V tratto di Pirandello, del suo rapporto con Roma, sua città d’elezione, dello sviluppo della sua poetica dell’umorismo, della scelta del genere narrativo breve di cui l’autore fu maestro. Seleziono quindi fra le duecentocinquantadue novelle pirandelliane quelle ambientate a Roma e fra queste seleziono una scelta di novelle dividendole in quattro gruppi, in base alla funzione della città nella narrazione. Il caos domina le storie e la frammentazione dello spazio, tipicamente novecentesca, si esprime attraverso la rappresentazione di singole parti della città che sono sineddoche dell’intera città. Anche Pirandello utilizza oggetti che spazializzano la città, il palazzo, la finestra, il Tevere, il ponte. Lo spazio urbano in Pirandello contribuisce notevolmente a segnare la psicologia e le azioni dei personaggi. Anche per Pirandello interpreto l’ampio uso dei toponimi. Nelle conclusioni espongo sinteticamente il risultato delle analisi svolte e dell’interpretazione spaziale dei testi presi in considerazione, mettendo in evidenza le differenze. La novità del mio lavoro consiste in primo luogo nell’aver combinato il metodo spaziale con l’impostazione storico-letteraria al fine di analizzare i testi rispettandone la specificità e con un metodo più completo possibile rispetto al tema scelto. La tesi, inoltre, approfondisce l’argomento dello spazio per un periodo in cui è stato poco indagato, individuando come i fattori urbanistici, storici, culturali, psicologici e la poetica dei due autori combinati con la loro personale esperienza urbana segnino anche attraverso il loro spazio di rappresentazione della città il passaggio da un’epoca all’altra. | |
dc.description.abstract | Abstract In my dissertation I deal with the representation of the urban space in the short texts written between 1880 and 1936 by Giovanni Verga and Luigi Pirandello. In analyzing the texts, I focus on the way in which space is represented and on the semantic value of this representation. Despite the Italian delay in urban and industrial development compared to other European countries, the choice of the topic arises from the need to understand whether the representation of urban space is relevant in literature also in the period between modernity and modernism and in the two most important Italian authors of this period. The studies on urban space in Italian literature mainly concern the period from the Second World War to today, when the link between the metropolis and literary narration becomes very strong. Therefore, I felt the need to deepen this aspect, starting from the assumption that the city is still present in the texts of the two authors and that this city no longer resembles the Manzoni-type city, but already assumes the features of the modern city, marked by the presence of the factories and the social and urban changes of the second half of the nineteenth century. My method is of a literary historical type, since it strongly considers the historical contextualization of the authors and of the texts of their works. However, I have drawn very important and decisive methodological insights from studies on space and from recent geocritics. In the introduction to the thesis I try to think critically on the theoretical ideas offered by various scholars who have speculated about space, bearing in mind that it is possible to argue that there is no simple and easily repeatable method of analyzing space as there is for the time. In chapter II I specifically outline the urban development of Milan and Rome in the period when the two authors lived there in order to understand what the most evident urban changes were. In chapter III I clarify the relationship between Verga and Milan. Therefore, I explain the modalities of his transition to realism and his approach to writing short stories, whose increase in the context of Italian production is linked to the Milanese publishing industry. The focus of the chapter is the analysis of his collection of short stories Per le vie, set in Milan. From the analysis of the macro text, I have identified a structure of concentric circles in the internal organization of the short stories, which recalls the circular map of Milan. From the analysis of the single texts, I have highlighted a series of objects that make the reader understand the idea of modern urban space: transport wagons, trains, shoes, hands, windows, letters and, above all, the bodies of the characters. Each of these objects has a strong semantic value in relation to the urban space, the character and the story itself. I have also interpreted the function of the many toponyms within the collection. Chapter IV creates a link between Verga and Pirandello, showing the transition to modernist realism, in which the short story reconfirms itself as a strong genre. I have also outlined the relationship that Pirandello establishes with Verga, whose work is taken as a model for the narrative structure and the absence of rhetoric, with a clear contrast to D’Annunzio. In chapter V I deal with Pirandello, his relationship with Rome – his city of choice – the development of his poetics of humor (umorismo), the choice of the short story, in which the author was a master. I therefore selected Pirandello’s short stories set in Rome from the two hundred and fifty-two he wrote and then I divided the chosen short stories into four groups, according to the function of the city in the narration. Chaos dominates the stories and the fragmentation of space, typical in the twentieth century, it is expressed through the representation of individual parts of the city, which are synecdoche of the entire city. Pirandello also uses objects that give the idea of the city, the building, the window, the river Tiber, the bridge. Urban space in Pirandello contributes considerably to mark the psychology and actions of the characters. I have interpreted the wide use of toponyms also in Pirandello’s short stories. In the conclusion I summarize the results of the analysis carried out and the spatial interpretation of the texts taken into consideration, highlighting their differences. The novelty of my work consists first of all in having combined the spatial method with the historical-literary approach in order to analyze the texts while respecting their specificity with a method that is as complete as possible with respect to the chosen theme. The thesis also explores the topic of space in a period in which it has been little investigated, identifying how the urban, historical, cultural, psychological factors and the poetics of the two authors combined with their personal urban experience also mark the passage from one era to another through their space of representation of the city. | |
dc.format.extent | 169 | |
dc.identifier.uri | https://hdl.handle.net/2437/348092 | |
dc.language.iso | it | |
dc.language.iso | en | |
dc.subject | Città | |
dc.subject | novella | |
dc.subject | verismo | |
dc.subject | modernismo | |
dc.subject | spazio | |
dc.subject | Italia fra modernità | |
dc.subject | Giovanni Verga | |
dc.subject | Luigi Pirandello | |
dc.subject | City | |
dc.subject | short story | |
dc.subject | realism | |
dc.subject | modernism | |
dc.subject | space | |
dc.subject.discipline | Irodalom- és kultúratudományok | hu |
dc.subject.sciencefield | Bölcsészettudományok | hu |
dc.title | Lo spazio urbano in Italia fra modernità e modernismo | |
dc.title.subtitle | Le novelle di Verga e Pirandello | |
dc.title.translated | The Urban Space in Italy Between Modernity and Modernism : The Short Stories of Verga and Pirandello |
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